1802
Il 22 giugno 1802 il Journal of Royal Institution pubblica la descrizione di un procedimento per copiare disegni su vetro e fare silhouettes con l'azione delle luce sul nitrato d'argento, ad opera di Thomas Wedgwood (1771-1805) e Humphry Davy (1778-1829). Non è possibile fissare l'immagine.
1807
William Hyde Wollaston (chimico e fisico, 1726-1828) inventa la camera lucida.
1816
Joseph Nicèphore Nièpce (1765-1833) ottiene le sue prime immagini fotografiche realizzate con una camera obscura, aggirando il problema del fissaggio del nitrato d'argento utilizzando il bitume di giudea come elemento fotosensibile. Il bitume di Giudea (asfalto utilizzato nelle vernici dell’epoca e sensibile alla luce), steso su lastre di peltro, indurisce se esposto a lungo alla luce; le zone non esposte sono solubili in petrolio ed olio di lavanda e scurite con vapori di iodio. Non conosce la proprietà di solubilità dei sali d’argento in iposolfito di sodio che sarà scoperta e resa nota da Herschel nel 1819. Usa tre supporti diversi: il rame, dopo l’esposizione, viene inchiostrato e si adatta a produrre un alto numero di copie; l’argento (o il peltro) con cui otteneva un’unica immagine positiva; il vetro, da esaminare in trasparenza. L'esposizione dura dalle 8 alle 10 ore.
1819
Sir John Herschel, scienziato, scopre il fissaggio fotografico, l’iposolfito di sodio, che non sarà però utilizzato fino al 1839.
1826
Nicephore Nièpce (1765-1833), usando una camera obscura, riprende una scena dalla finestra della propria camera. Questa immagine è considerata la prima fotografia sopravvissuta fino ai giorni nostri. L'immagine originale è conservata nella biblioteca dell'università di Austin, in Texas (USA).
1827
Charles Wheatstone (1802-75) descrive un otturatore mobile.
Nel 1838 Charles Wheatstone brevetta lo Stereoscopio, uno strumento costituito da prismi e specchi che consente di ottenere l'effetto tridimensionale mediante la visualizzazione di due immagini leggermente diverse.
1829
Il 14 dicembre 1829 Nièpce e Louis Jacques Mandé Daguerre stringono un accordo decennale per migliorare i processi fotografici. Nel 1832 svilupperanno il physautotype, un processo che usa olio di lavanda dissolto in alcool come elemento sensibile alla luce.
1833
Johann Heinrich Schulze (medico, 1687-1744) scopre e sperimenta l’azione della luce su una mistura di gesso e sali di nitrato d’argento.
1839
Il 7 gennaio 1839, Louis Jacques Mandé Daguerre annuncia all'Accademia delle scienze francese (grazie alla testimonianza di François Arago) il perfezionamento del Daguerreotype, una lastra di argento o peltro.
Il brevetto fu acquisito dal governo francese che annuncia il 19 agosto 1839 che l'invenzione è un regalo per tutto il mondo.